PREMIO DI LAUREA “STEFANO CAPITANIO”

ANVE per ricordare l’opera ed il lavoro del Vicepresidente fondatore Stefano Capitanio, indice annualmente un bando di concorso rivolto a giovani laureati che prevede un premio monetario di € 3.000 così ripartito:
• € 1.000 per la miglior tesi di laurea triennale;
• € 2.000 per la miglior tesi magistrale e/o specialistica.
Le tesi di laurea possono  riguardare gli aspetti botanici, agronomici, fitosanitari, paesaggistici, economici e legislativi connessi con la coltivazione delle piante ornamentali di tipo mediterraneo con particolare attenzione ad argomenti quali le fitopatologie, la protezione delle piante, la sostenibilità ambientale e produttiva dei processi, le nuove tendenze e la selezione varietale.

Per conoscere tutti i dettagli del ‘’Premio di Laurea Stefano Capitanio 2024’’ ed iscriverti, clicca qui:  BANDO

Informativa sulla privacy

QUI DI SEGUITO I VINCITORI DEL PREMIO CAPITANIO 2023

Laurea Magistrale: Edoardo Raccosta

Titolo della tesi: ‘’Valutazione fitostatica degli alberi a dimora sul Viale delle Piagge di Pisa’’
Corso di Laurea Magistrale in “Progettazione e gestione del verde urbano e del paesaggio”
Università di Pisa -Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Agro-ambientali

Laurea Triennale: Alice Vezzosi

Titolo della Tesi: ‘’ Da rifiuto a risorsa: valorizzazione dei fanghi di cartiera come ammendante in floricoltura e infrastrutture verdi’’
Corso di laurea triennale in Scienze Agrarie
Università di Pisa – Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali

Leonardo Capitanio (Vivai Capitanio), Edoardo Raccosta (Vincitore Laurea Magistrale), Alice Vezzosi (Vincitrice Laurea triennale), Luigi Pagliani (Presidente ANVE)

ESTRATTO TESI

Laurea Triennale: Alice Vezzosi

Titolo della Tesi: ‘’Da rifiuto a risorsa: valorizzazione dei fanghi di cartiera come ammendante in floricoltura e infrastrutture verdi’’

L’argomento trattato nel mio elaborato finale riguarda l’utilizzo come ammendante in floricoltura e infrastrutture verdi dei fanghi di disinchiostrazione di cartiera, rifiuti non pericolosi dell’industria cartaria. L’industria della carta riciclata produce tonnellate di rifiuti ogni anno con conseguenti costi di smaltimento per le aziende e soprattutto un forte impatto ambientale. Risulta quindi importante il loro riutilizzo in un’ottica di un’economia circolare. I fanghi di disinchiostrazione, ricchi di sostanza organica e con bassi livelli di  inquinanti, si rivelano utili per la crescita delle piante e trovano un possibile impiego in infrastrutture verdi urbane. In particolare, sono stati impiegati in sperimentazioni come la realizzazione di substrati per tetti verdi.

I fanghi pellettizzati vanno a costituire un piccolo strato di crescita sul quale si possono coltivare piante su tetti piani, senza alcun input (irrigazione, fertilizzazione, lavorazioni ecc.), mirando a naturalizzare una vegetazione composta da piante erbacee resistenti a stress. I tetti verdi forniscono
molti benefici a livello ecologico nelle aree urbane come, per esempio, un incremento della biodiversità e un habitat indisturbato per gli insetti impollinatori. Inoltre, i suddetti fanghi trovano anche un impiego come substrato per impianti arborei e come ammendante per terreni di crescita nel florovivaismo.

(foto di / photo: F. Brezel)

Sperimentazione su tetti verdi estensivi presso Cnr Pisa, nel mese di maggio i Sedum fioriscono e attirano impollinatori
Rilievi sull’efficienza fotosintetica su L. indica trapiantata all’Area verde del Cnr di Pisa

ESTRATTO TESI

Laurea Magistrale: Edoardo Raccosta

Titolo della Tesi: ‘’Valutazione fitostatica degli alberi a dimora sul Viale delle Piagge di Pisa’’

Gli alberi presenti nelle nostre città forniscono molteplici servizi ecosistemici; tuttavia, sono esseri viventi che richiedono una corretta gestione affinché esplichino le loro attività biologiche in maniera ottimale. Il caso studio preso in esame è il Viale delle Piagge (Pisa), costituito da circa seicento esemplari arborei a prevalenza di tigli nostrani. Negli ultimi anni, alcune piante sono state interessate da rotture al colletto o ribaltamenti improvvisi, probabilmente imputabili a lavori di livellamento della sede stradale eseguiti negli scorsi decenni.

Questo ha determinato il progressivo interramento dei colletti e dei contrafforti delle piante. L’obiettivo di questo lavoro è quello di condurre opportune indagini fitostatiche per verificare la stabilità delle piante con lo scopo di attribuire a ciascun individuo arboreo una Classe di Propensione al Cedimento (CPC).

Le analisi sono state condotte seguendo un protocollo operativo opportunamente messo a punto che ha previsto l’utilizzo di diversi approcci diagnostici strumentali quali la misurazione della resistenza alla perforazione del legno, la valutazione qualitativa sia del colletto che delle radici e la resistenza alla rottura ed al ribaltamento di un albero sottoposto al carico del vento. I risultati ottenuti hanno evidenziato che per il 23% delle piante esaminate è previsto l’abbattimento (CPC=D), il 23% (CPC=C) necessitano di un controllo visivo e strumentale annuale.

Infine, il restante 54% risulta avere un elevato grado di stabilità (CPC = A o B). Gli esiti dei rilievi confermano che i lavori di livellamento della sede stradale hanno causato asfissia e provocato marciumi compromettendo le normali funzioni di ancoraggio e quindi l’intera stabilità della pianta.

Prova di trazione (Pulling test) in fase di svolgimento.
Sensori estremamente sensibili utilizzati per la registrazione dei dati durante la prova di trazione controllata.
Tomografia a livello del colletto.
Torna in alto